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NORMA CEI 11 – 27: DEFINIZIONE DI LAVORO ELETTRICO SOTTO TENSIONE

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Secondo la norma CEI EN 50110 – 1 (CEI 11 – 48) art. 3.4.2 sono lavori elettrici tutti quei lavori su, o in prossimità di un impianto elettrico come prove o misure, sostituzioni, modifiche ampliamenti, montaggi, ispezioni e riparazioni.

I lavori elettrici possono essere eseguiti :

  • Sotto tensione;
  • In prossimità;
  • Fuori tensione.

Secondo la norma CEI 11- 27 si definiscono lavori elettrici sotto tensione (in BT) tutte le operazioni che prevedono la possibilità di contatto con le parti in tensione accessibili, ovvero tutte le volte che il lavoratore accede, con una parte del proprio corpo o con un attrezzo (isolante o conduttore), a meno di 15 cm dalle parti attive in tensione. Una parte attiva è una parte conduttrice in tensione nel servizio ordinario, tuttavia, nel momento dell’esecuzione dei lavori, essa può essere in tensione, oppure  fuori tensione e priva di carica.

Qualora la parte attiva fosse in tensione, le misure di sicurezza necessarie affinché si riduca il rischio di folgorazione o arco elettrico, prevedono il ricorso a specifici provvedimenti di sicurezza, oltre all’isolamento della persona addetta ai lavori.

In caso di lavori elettrici fuori tensione è ad ogni modo fondamentale garantire che la parte attiva sia a fuori tensione a tutti gli effetti.

La norma CEI 11 – 27 identifica inoltre un’ulteriore tipologia di lavoro elettrico, definito “in prossimità”. Questa tipologia si presenta quando la parte attiva è in alta tensione ed il lavoratore accede, con parte del corpo o un attrezzo (isolante o conduttore), a meno di 65 cm dalle parti attive in tensione accessibili. Anche in questo caso è obbligatorio adottare particolari precauzioni contro il rischio elettrico, non essendo sufficienti le misure richieste per lavori elettrici fuori tensione.

Da quanto espresso sopra si deduce che la distanza entro la quale può avvenire una scarica elettrica in aria (distanza elettrica, CEI 11 – 48 art 3.7.2) aumenta all’aumentare della tensione. Tuttavia, è basilare ricordare che spesso mantenere queste distanze non è sufficiente. Il lavoratore potrebbe comunque entrare involontariamente in contatto con le parti attive attraverso parti del corpo o per mezzo di oggetti, a seguito di un movimento accidentale dell’operatore. Per questo ed altri motivi i lavori elettrici sotto tensione possono essere eseguiti solo da soggetti che, oltre ad essere in possesso dei requisiti previsti per le PAV/PES, abbiano la capacità tecnica, per la formazione conseguita e l’esperienza maturata, di eseguire tali lavori. Tali lavoratori sono comunemente identificati come Persone idonee (PEI). L’acronimo PEI non è presente nella norma CEI 11-27, ma è divenuto di uso comune per indicare una persona idonea ad eseguire lavori elettrici sotto tensione in BT.

Il testo completo della norma CEI 11-27 è disponibile presso il sito ufficiale del CEI

Per approfondimenti si consiglia la lettura dell’articolo pubblicato qui.

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Il futuro del fotovoltaico

energia-fotovoltaica Fotovoltaico, accumulo e pompe di calore sono il tris vincente per gli anni che verranno. O almeno questo emerge dall’intervista rilasciata da Alberto Pinori, presidente di ANIE rinnovabili, alla rivista elettrico magazine. Nonostante il 2015 abbia registrato il picco più basso di installazioni di impianti rinnovabili, la risalita per l’anno attuale è del 30%, tanto che si parla di un nuovo rilancio delle rinnovabili, anche se non paragonabile a quello del 2007-2008. Il settore in cui la ripresa avrà maggior importanza è quello residenziale. Naturale, visto che un aumento degli impianti nell’industria richiederebbe un aumento dello spazio agricolo destinato all’installazione di un impianto fotovoltaico: una contraddizione dal punto di vista etico/ambientale.

“L’energia elettrica da fotovoltaico nasce per essere autoconsumata laddove prodotta. E, credo  che nei prossimi anni l’ampia disponibilità di superfici degli edifici possa consentire la diffusione della tecnologia fotovoltaica. Probabilmente, negli anni scorsi, abbiamo assistito a un abuso dell’utilizzo dei suoli stimolato dagli incentivi.” Così continua Alberto Pinori parlando del futuro dell’energia rinnovabile nelle case dei privati. E se c’è un modo con il quale convincere le persone ad investire nell’energia pulita, è quello dell’autoconsumo. Si consuma quel che si produce e, quindi, si risparmia. Ma non si risparmia solo nei consumi, si risparmia anche nell’ambiente, perché a un consumo minore di energia equivale un minor impatto ambientale, tanto che si parla di efficienza ambientale, oltre che di efficienza energetica.

Per maggiori approfondimenti, si rimanda all’articolo completo.

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A LAMPEDUSA LE COLONNINE DI RICARICA ELETTRICA PIÙ A SUD D’ITALIA

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Nell’isola di Lampedusa, nei pressi del faro di Capo Grecale, possiamo trovare la colonnina di ricarica elettrica più a sud d’Italia. Il graduale passaggio alla promozione di una viabilità meno inquinante lo abbiamo già visto qualche articolo fa, parlando del progetto Europeo UNIT-E. Tuttavia, mentre quest’ultimo prevede l’installazione di colonnine di ricarica elettrica lungo la costa Ligure di ponente, nel tratto che da Genova porta alla francese Mentone, la colonnina Lampedusana è invece frutto della proficua collaborazione tra l’istituzione comunale, rappresentata dalla prima cittadina Giusi Nicolini, ed ENEA, l’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile che a Lampedusa gestisce l’Osservatorio Climatico.

La stazione di ricarica per veicoli elettrici più a sud d’Italia è progettata per essere alimentata da un sistema di pannelli fotovoltaici e permette la ricarica simultanea di due veicoli. La novità rilevante è che i proprietari di veicoli elettrici potranno fare il pieno gratuitamente; infatti sarà sufficiente identificarsi con un’apposita scheda elettronica, consegnata dal comune ai proprietari e ai gestori di veicoli elettrici. In questo modo, l’iniziativa consentirà a turisti e isolani di utilizzare veicoli che non inquinano e a costo zero!

Il progetto, finanziato dal MiSE, si inserisce nel più ampio contesto della sperimentazione di sistemi di produzione di energia elettrica innovativi con particolare riferimento alle ricadute sul sistema elettrico e alle isole. Grazie ad un’amministrazione particolarmente attenta all’ambiente e alle problematiche legate all’inquinamento delle isole Italiane, finalmente si può fare un passo avanti, cercando di superare la barriera allo sviluppo della circolazione con veicoli elettrici, conseguenza dalla completa mancanza di colonnine di ricarica.

Ulteriori informazioni direttamente reperibili nel sito ENEA.

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Pubblicata la tabella CEI UNEL 35016 per cavi elettrici

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Lo scorso 1 settembre è stata pubblicata la Tabella CEI UNEL 35016 – Classi di Reazione al fuoco dei cavi elettrici in relazione al Regolamento UE prodotti da costruzione (305/2011). Un documento per tutti coloro che trattano nella loro quotidianità cavi elettrici per energia e trasmissione dati, che ricadono nel regolamento Prodotti da costruzione.

Si tratta di una serie di norme revisionate che fanno capo al settore dei cavi elettrici, disciplinandone l’immissione e la libera circolazione nel mercato europeo, e applicabile ai cavi elettrici dal 16 giugno 2016, data di pubblicazione della Norma EN 50575 (Power, control and communication cables – Cables for general applications in construction works subject to reaction to fire requirements).

La revisione del corpus normativo, come previsto dall’unione Europea, considerata la pericolosità dei cavi elettrici in caso d’incendio,  ha identificato 7 classi di prestazione di reazione al fuoco, identificate dalle lettere A/B1/B2/C/D/E/F, alle quali sono state aggiunte alcune prestazioni addizionali di sicurezza, per quanto riguarda l’emissione di fumo, di gocce incandescenti o acidi, (Norma UNI EN 13501-6 – Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione – Parte 6: Classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco sui cavi elettrici).

Quattro classi di reazione al fuoco sono state identificate dal Comitato Elettrotecnico Italiano ed inserite nella tabella CEI UNEL 35031. Lo scopo di questa aggiunta è facilitare all’installatore la scelta del cavo più adatto alle specifica situazione, oltre a consentire di rispettare le prescrizioni installative previste dalla Norma CEI 64-8.

Una soluzione che eviterà confusione per gli utilizzatori e renderà più semplice la scelta di progettisti ed istallatori.

Fino al 1 luglio 2017 sussisterà, tuttavia, un periodo di coesistenza: produttori e importatori, fino a tal data potranno immettere nel mercato cavi che rispettano o meno il regolamento CPR.

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STILLWATER, LA PRIMA CENTRALE IBRIDA RINNOVABILE È ITALIANA

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La centrale Stillwater è il primo impianto ibrido rinnovabile al mondo a combinare la capacità di generazione continua dell’energia geotermica a ciclo binario e media entalpia con il solare fotovoltaico e termodinamico. Un’innovazione importante per l’Italia, perché Inaugurata dall’italiana ENEL POWER ENERGIA, lo scorso 29 marzo 2016, nella città di Fallen, in Nevada.

L’Amministratore Delegato di Enel Power Energia, Francesco Starace, ha dichiarato alla stampa come un progetto di una tale portata possa considerarsi un esempio di successo di collaborazioni con governi e partner industriali di tutto il mondo, finalizzato ad affrontare, e non solo in linea teorica, le sfide climatiche ed ambientali determinate dai cambiamenti in atto, facendo ricorso alle rinnovabili. – “La lezione appresa in questa struttura solare geotermica avanzata contribuirà in modo fondamentale allo sviluppo di altri impianti ibridi in tutto il mondo. Continueremo a investire in nuove soluzioni tecnologiche per massimizzare gli asset esistenti e promuovere l’ulteriore crescita, mantenendo il nostro focus strategico sull’innovazione e l’efficienza operativa” -, ha continuato L’AD.

Un’innovazione sia dal punto di vista ingegneristico che progettuale, perché “è la prima volta che dati empirici prodotti da un ibrido commerciale convalidano un modello ibrido teorico. Infatti, secondo una ricerca condotta tra marzo e dicembre 2015, l’integrazione di un impianto solare termodinamico a 2 MW con un geotermico a 33, 1 MW ha consentito un aumento complessivo della produzione di stillwater del 3.6% rispetto all’impianto solo geotermico” (Fonte: Enel Green power).

L’integrazione di più tecnologie di generazione di energia in un unico sito ha permesso di aumentare la produzione di energia rinnovabile e di ridurne l’intermittenza. Un risultato importante per la nostra società e le generazioni future.  Un esempio che dimostra come, attraverso collaborazioni con partner a livello mondiale, sia possibile formulare innovazioni ed idee fondamentali per lo sviluppo tecnologico. In questo caso l’esito è stato una centrale in grado di massimizzare la produzione di energia e la gestione dell’impianto, ma in altri casi si potranno sicuramente ottenere risultati ugualmente soddisfacenti.  EGP, unendo le tre fonti di energia rinnovabile, ha saputo creare un impianto allo stesso tempo più efficiente e produttivo, per il quale è stato insignito di numerosi primi.

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Come la tecnologia LED domina il mercato dell’illuminazione

Lampadina LED, tecnologia LED

Il mercato dell’illuminazione sta attraverso un importante periodo di evoluzione, frutto delle numerose disposizioni normative e delle continue proposte avanzate dalle aziende di settore. Si tratta di un contesto di grande complessità, dove non sempre sussistono legami di coerenza tra quelle che sono le difficoltà tecnico progettuali e le numerose disposizioni regolamentari che ne disciplinano la pratica. In questo articolo invitiamo progettisti e installatori, impegnati nel settore illuminotecnico, a recepire le informazioni necessarie per allineare il proprio modus operandi alle recenti disposizioni normative, in particolare alla terza fase del regolamento UE 1194/2012.

Con l’emendamento UE 1428/2015, pubblicato sulla gazzetta ufficiale dell’unione Europea il 27 agosto 2015, si introducono delle modifiche al Regolamento UE 1194/2012 sui requisiti di progettazione ecocompatibile per le lampade direzionali, lampade a diodi emettitori di luce e relative apparecchiature, accelerando la trasformazione del mercato degli apparecchi a favore della tecnologia LED, e introducendo una serie di modifiche volte ad allineare il regolamento stesso, per quanto possibile, alla versione aggiornata del regolamento CE 244/2009.

Come l’emendamento UE 1428/2015 ha modificato il regolamento UE1194?

La modifica principale determinata dalla fase 3 dell’emendamento, entrata in vigore dal recente 1 settembre 2016, prevede che gli apparecchi d’illuminazione ricadenti nello scopo del Regolamento UE 1194/2012 (apparecchi per lampade a filamento, per lampade CFLi e per lampade LED) possano continuare ad essere immessi sul mercato europeo a patto di risultare compatibili con lampade di classe energetica A+ (almeno). Questo significa che gli apparecchi d’illuminazione dovranno essere completamente in grado di far funzionare correttamente le lampade che dal 2016, si ipotizza, saranno solo a tecnologia LED.

Maggiori informazioni sono disponibili al sito ASSIL, nella sezione LEGISLAZIONE e ECODESIGN .

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L’energia rinnovabile trasformerà i cittadini in energy citizens

collage of green nature landscape with planet Earth above it

Qualcosa di nuovo si sta percependo nell’aria e presto diverrà quella concreta rivoluzione che cambierà radicalmente il settore dell’energia. La conferma arriva dritta dritta da un rapporto dell’istituto di ricerca ambientale CEDelf, entro il quale si anticipa la prorompente comparsa di una cittadinanza sempre più attiva nel sistema energetico: gli energy citizens, ovvero “i cittadini dell’energia“.

Questa evoluzione nasce da una marcata condivisione di quei valori legati al rispetto dell’ambiente e all’abbattimento dei consumi, traducibile nella sempre più frequente riconversione delle fonti energetiche, a favore delle fonti di energia rinnovabile.

I consumatori, dunque, si prestano a diventare allo stesso tempo produttori, generando una nuova classe di cittadini che apre le porte a un modello più democratico, in cui ciascuno procura energia per sé stesso e per gli altri. Secondo il rapporto del CE Delft, nel 2050 gli energy citizens saranno all’incirca 264 milioni in Europa, il che significa che quasi la metà della popolazione sarà autonomamente in grado di soddisfare il 45% della domanda comunitaria di energia.

Sempre nello stesso documento sono inoltre indicate le percentuali statistiche di cittadini dell’energia previsti per ciascuno stato. In Italia si prevede che entro il 2050 all’incirca 2 cittadini su 5 contribuiranno alla produzione di energia . In 43 anni si arriverebbe quindi a produrre il 34% del totale dell’energia elettrica nazionale con le fonti rinnovabili distribuite. Chi saranno i futuri cittadini dell’energia in Italia? La distribuzione può essere sintetizzata sommariamente in questo modo: 25% PMI; 37% impianti domestici; 37% cooperative, 1% enti pubblici.

Questi dati, e tale rapporto, sono stati interiorizzati anche dalla commissione europea, che ha da poco redatto una direttiva comunitaria sulle energie rinnovabili.

La direttiva rinnovabile si pone l’obiettivo di promuovere una partecipazione attiva dei cittadini e delle comunità locali nella regolazione delle leggi della domanda e dell’offerta di energia elettrica. L’obiettivo è di incentivare l’autoproduzione di energia per sé stessi e per il resto della comunità. Tuttavia, sebbene gli ingredienti siano stati identificati, il segreto della ricetta migliore dev’essere tuttora scoperto, cosicché di una pianificazione ancora non se ne può dettagliatamente parlare. Una cosa certa è che non sarà presa in considerazione l’unificazione dei regimi incentivati; esistono difatti ancora troppe differenze tra le varie parti della comunità per poter parlare di armonizzare gli incentivi in tutta Europa.

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OneTesla, la startup che gioca con i fulmini

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Un giorno a uno scienziato venne l’idea di costruire un apparecchio in grado di generare fulmini. Molti di voi sapranno sicuramente di chi stiamo parlando, si tratta infatti dello scienziato serbo Nikola Tesla. Fu così che, nei primi anni del secolo scorso, fece comparsa sulla terra la cosiddetta bobina di tesla, un trasformatore risonante ad alta tensione che usa corrente alternata ad alta frequenza, capace di generare fulmini del tutto simili a quelli di origine atmosferica.

Nel 2014, quindi dopo un secolo dalla sua invenzione, la Startup americana oneTesla, fondata da alcuni studenti del MIT, ne ha reinventato una versione capace di riprodurre con suoni e scariche elettriche colorate un brano audio in formato MIDI. Si tratta di una piccola bobina da tavolo, chiamata TinyTesla, che oltre a generare scariche colorate, è in grado di riprodurre piccoli brani in formato MIDI. Un esperimento dagli intenti positivi, perché la mini bobina è stata fin da subito commercializzata sottoforma di Kit e distribuita principalmente a scopo educativo.

Per le mani più esperte, invece, One tesla ha realizzato una bobina di maggiori dimensioni, OneTeslaTS, una Dual-Resonant Solid State Tesla Coil (DRSSTC) in grado di generare scariche elettriche lungo fino a 61 centimetri. oneTeslaTS può raggiungere la potenza di 500 Watt, per questo motivo è acquistabile esclusivamente dagli utenti più esperti. OneTeslaTS si collegabile direttamente con dispositivo MIDI tramite porta MIDI-In.

Maggiori informazioni al sito dell’azienda OneTesla

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Una Maxi Powerwall Tesla per la città di Los Angeles

energy_storage_2013_11-13-1Il maxi impianto di stoccaggio batterie firmato Tesla sorgerà a Edison Mira Loma, vicino a Los Angeles, in California, e sarà la sede di stoccaggio batterie più grande al mondo. Il marchio, fondato da Elon Musk, ha reso noto che nel giro di tre mesi sarà completato il progetto di una vasta area destinata al deposito degli accumulatori agli ioni di litio. La notizia è stata data a poche settimane dall’inaugurazione della Gigafactory e sta facendo il giro di tutto il web. Il progetto prevede la costruzione di un sistema Powerpack da 20 fino a 80/MW, una specie di Tesla Powerwall in versione gigante, partendo dall’esperienza del gruppo Tesla nella batteria di accumulo. In pratica Powerpack sarà una specie di deposito di batterie, realizzabile flessibilmente secondo quanto richiesto dal cliente. La soluzione di accumulo realizzato nella Gigafactory, il colosso Tesla realizzato per accelerare la transazione che porterà a un mondo fatto di energia sostenibile, sarà a breve reso operativo per sopperire alle perdite di energia che alcune aree della metropoli Californiana hanno subito a causa della chiusura dell’impianto Southern California Gas Company di Aliso Canyon, la cui cessata attività è avvenuta in seguito alla notevole dispersione di metano del 2015. In condizione di carica completa, la batteria di backup disporrà dell’energia necessaria per fornire di elettricità più di 2500 famiglie al giorno.

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La nuova parte 8-1 della Norma CEI 64-8

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Da settembre è disponibile la nuova Parte 8-1 della Norma base per impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione:

CEI 64-8/8-1 “impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua – parte 8-1: Efficienza energetica degli impianti elettrici”.

A cosa serve la norma CEI 64-8/8-1?

In linea di continuità con la legislazione vigente, il perfezionamento della norma CEI 64-8/8-1 si inserisce nell’ambito dei consumi energetici nella progettazione di nuovi edifici e nella ristrutturazione di quelli esistenti.

La nuova Norma fornisce prescrizioni e raccomandazioni per il progetto di un impianto elettrico, e per le modalità di gestione dell’efficienza energetica allo scopo di ottenere il miglior servizio permanente che assicuri, dal punto di vista performativo, il più basso consumo di energia elettrica nelle condizioni di disponibilità di energia e di equilibrio economico più accettabili.

Chi sono i destinatari della norma?

La Norma CEI 64-8/8-1 è il primo documento normativo a riassumere i contenuti di omologhi documenti IEC e CENELEC, relativi alla gestione dell’efficienza energetica dell’impiantistica elettrica, messo a disposizione dal CEI agli operatori del settore: progettisti ed installatori in primis, ma anche committenti, amministratori e consumatori che possono trovare utilità nella consultazione del documento al fine di rendere efficienti i propri impianti, ridurre gli sprechi e di conseguenza salvaguardare l’ambiente.

I settori interessati:

Sono quattro i principali settori interessati dalla normativa: abitazioni; edifici commerciali; edifici industriali; infrastrutture.

Maggiori informazioni sulla normativa e sulle modalità di acquisto del testo completo sono disponibili nel sito del CEI.

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